DISFAGIA è un termine di origine greca che significa “difficoltà a mangiare” e si manifesta come l’incapacità a preparare il bolo alimentare e/o a farlo procedere dal cavo orale all’esofago e da lì allo stomaco. Il paziente disfagico presenta episodi di aspirazione, cioè liquidi o solidi possono andare nell’apparato respiratorio e creare polmoniti definite ab ingestis (da cibo)   

Per comprendere al meglio la disfagia, è utile comprendere le fasi della deglutizione normale, che è un processo coordinato ed unitario che per convenzione viene suddiviso, dal punto di vista funzionale, in quattro fasi: 

 

FASE DI PREPARAZIONE ORALE

(vedo il cibo e sento il suon profumo), si pensi alla sensazione che ognuno di noi ha quando vede o sente il profumo del cibo, un’l ipersalivazione in preparazione all’arrivo dell’alimento nella cavità boccale 

2 FASE ORALE (Volontaria)

si mastica il cibo in bocca, durante questa fase vi è una prima digestione  

3 FASE FARINGEA (Riflessa)

il cibo scende dalla cavità boccale alla faringe 

4 FASE ESOFAGEA

il cibo masticato scende lungo esofago per poi approdare allo stomaco. 

Nella disfagia accade che una o più di queste fasi siano alterate  

Pazienti a rischio di presentare disfagia e per i quali i famigliari devono prestare particolare attenzione:

  • Anziani
  • Morbo di Parkinson
  • Traumatizzati cranici
  • Pazienti con esiti di Ictus cerebrali

Tutti questi pazienti presentano una deglutizione rallentata e soprattutto scoordinata con elevato rischio di aspirazione di liquidi e cibo nell’apparato respiratorio.

Aspirazione di alimenti nell’apparato respiratorio porta a polmoniti ripetute

Il principale campanello di allarme per il quale si deve segnalare al medico il sospetto di disfagia è una tosse ripetuta durante il pasto o durante la notte. Ovviamente un singolo episodio non fa testo, ripetuti episodi danno un allarme.

Può esserci una disfagia solo per i liquidi, una disfagia per i solidi o una disfagia mista.

 

Tre elementi fondamentali sono da tenere sempre a mente con il paziente disfagico o comunque con deglutizione atipica, qualsiasi sia l’età:
  • LA POSTURA  
  • L’AMBIENTE (silenzioso e confortevole) 
  • CIBO (consistenza e tipologia di cibo da poter somministrare, su indicazione del medico)

Queste tre elementi sono da tener presente anche nel paziente anziano in generale al fine di aiutarlo durante il pasto. 

Gli OBIETTIVI legati ad una deglutizione funzionale, sono quelli di garantire una adeguata nutrizione, idratazione ed assunzione di farmaci per bocca, con minor/nullo rischio possibile di aspirazione. 

La postura a capo flesso risulta essere la più utilizzata ed efficace in quanto maggiormente protettiva per le vie aeree (Logemann et al, 1994)
Il capo del paziente, perciò, non deve mai essere in estensione, poiché questo impedisce ulteriormente la chiusura della glottide favorendo così il passaggio del bolo alimentare nell’apparato respiratorio. 

L’AMBIENTE: durante il pasto non ci devono essere elementi distrattivi, pertanto no televisione o radio accese. Il paziente non deve parlare mentre mangia, in modo tale da non perdere la coordinazione respiratoria e masticatoria.  

Il momento del pasto deve essere eseguito SENZA AVERE MAI FRETTA in modo tale da favorire e consentire una migliore concentrazione che sia chi riceve il cibo sia chi lo somministra, sia chi si alimenta da solo. Infatti, si dovrebbe mangiare lentamente con cucchiai mai troppo colmi, aspettando prima di dare il boccone successivo che il cibo sia stato ingoiato (mai “ingozzare” il paziente). 

Va ricordato che alcuni pazienti non reggono dei tempi troppo lenti, pertanto in questi casi è consigliato nel momento in cui si osserva affaticamento, interrompere il pasto e somministrare piccole quantità di cibo ma più volte al giorno oppure, se ciò non è possibile o fattibile, fare uso di cibi ipercalorici durante il pasto. 

Cibi da Evitare  

  • Legumi (piselli, ceci, fagioli, ecc) a meno che non siano passati
  • Verdure filamentose come spinaci e finocchi, sedano e cipolla, a meno che non siano frullati
  • Mais 
  • Minestrone con pezzi di verdura 
  • Minestra con pastina 
  • Riso 
  • Uova sode 
  • Carne asciutta o filacciosa 
  • Pomodori con bucce e semi a meno che non siano frullati 
  • Cracker e biscotti secchi 
  • Torte che si sbriciolano 
  • Frutta secca 
  • Macedonia 
  • Yogurt con pezzi di frutta 

Strategie per contenere i disturbi: 

  • Utilizzare l’addensante per qualsiasi liquido che deve essere ingerito 
  • Evitare cibi a doppia consistenza (pastina, minestre a pezzi e riso) 
  • Evitare frutta secca, oleosa, disidratata, o verdura cruda, filamentosa, semi; in pazienti con difficoltà a masticare 
  • Evitare grissini, crakers

    Dottoressa Deborah Esther Ruiu